Il dolore non è sempre una forza negativa e non è qualcosa che dovresti sempre odiare.
A volte una persona trae beneficio dal fatto di stare male. Prova a ricordare quando hai sentito molto dolore, avrai sicuramente e sinceramente supplicato Allah.
Quando sta studiando, lo studente spesso sente i morsi di un pesante fardello. Alcune volte, forse il fardello della monotonia, anche se comunque presto lascerà quel periodo della sua vita. Si sentiva appesantito dal dolore all’inizio, ma poi alla fine ha brillato.
Gli studenti che vivono la vita tra i comfort e il riposo e che non sono colpiti dalle difficoltà, o che non sono mai stati afflitti dalle calamità, saranno persone poco produttive, pigre e apatiche.
il dolore come fonte di ispirazione
I dolori e le fitte della passione, la povertà e il disprezzo di altri, la frustrazione e la rabbia di fronte alle ingiustizie… Questi sono tutti i motivi che spingono i poeti a scrivere versi scorrevoli e accattivanti. Questo perché egli stesso sente dolore nel suo cuore, nei suoi nervi, nel suo sangue… Di conseguenza, è abile a trasmettere le sue stesse emozioni, attraverso il suo lavoro, nei cuori degli altri. Quante esperienze dolorose hanno dovuto subire i migliori scrittori. Sono esperienze che hanno ispirato brillanti opere, opere che i posteri continuano ad apprezzare ancora oggi.
Invece, il poeta che non conosce il dolore e che non ha mai provato un minimo di disappunto produrrà in maniera invariata cumuli su cumuli di parole senza valore. Il motivo è che le sue parole escono dalla sua bocca e non dai suoi sentimenti o dalle sue emozioni. E anche se lui può comprendere cosa ha scritto, il suo cuore e il suo corpo non hanno vissuto quell’esperienza.
dolore e fede
Di maggior valore e rilevanza rispetto agli esempi sopra menzionati, ci sono le vite dei primi credenti. Loro hanno vissuto durante il periodo della rivelazione e hanno preso parte alla più importante rivoluzione religiosa che il genere umano abbia mai visto. Infatti, hanno una fede maggiore, un cuore più nobile, delle lingue più sincere e una conoscenza più profonda di ciò che viene dopo di loro.
Hanno tutto ciò perché hanno vissuto il dolore e la sofferenza. Entrambe sono necessarie in concomitanza di grandi rivoluzioni. Hanno provato il dolore della fame, della povertà, del rifiuto, dell’abuso, dell’esilio da casa e dal paese, dell’abbandono di tutti i piaceri, dei dolori delle ferite, della morte e della tortura. Sono stati i prescelti della verità, l’èlite del genere umano. Sono stati modelli di purezza, nobiltà e sacrificio.
“Questo è stato perché non hanno sofferto né la sete, né la fatica, né la fame in Onore di Allah, né hanno mosso alcun passo per aumentare la rabbia dei miscredenti o per infliggere una ferita ai loro nemici, ma quando è scritto a loro merito come atto di giustizia. Sicuramente, Allah non ha sprecato la ricompensa ai benefattori” [Corano 9: 120]
la sofferenza può davvero essere una benedizione
Nella storia del mondo, ci sono coloro che hanno prodotto i loro più grandi lavori, grazie al dolore alla sofferenza che hanno sperimentato. Per esempio, Al-Mutanabbi, quando ebbe una forte febbre, scrisse alcune delle sue migliori poesie. O ancora, An-Nu’maan ibn Mundhir minacciò di morte An-Naabighah e così il secondo produsse alcune delle sue migliori poesie.
I famosi versi che disse, sono, rudemente tradotti:
“In realtà, tu sei il sole e gli altri re sono le stelle: per questo quando il Sole sorge, nessuna stella del cielo è visibile”.
Infatti ci sono molti esempi di quelli che prosperarono e raggiunsero obiettivi come risultato della sofferenza che avevano sperimentato.
Trai forza dalle tue sofferenze
Non diventare eccessivamente ansioso quando pensi al dolore e non avere paura della sofferenza. Potrebbe essere che, attraverso il dolore e la sofferenza, diventerai più forte. E inoltre, per te, vivere con un cuore bruciante e passionale che è stato colpito, è più puro e più nobile che vivere un’esistenza spassionata di una persona che ha un cuore freddo e una prospettiva miope.
“Ma Allah era contrario al fatto che venissero mandati avanti, così Lui li fece tardare e fu detto loro -Sedetevi tra quelli che sono seduti (a casa).” [Corano 9: 46]
Le parole di un sermone appassionato possono raggiungere la profondità più interna del cuore e penetrare le regioni più profonde dell’anima. Solitamente, perché colui che dà i sermoni ha fatto esperienza egli stesso del dolore e della sofferenza.
“Lui sapeva cosa ci fosse nei loro cuori, inviò giù As-Sakeenah (calma e tranquillità) su di loro e li premiò con una vicina vittoria” [Corano 48: 18]
Le esperienze più dure rendono più produttivi
Ho letto molte opere di poesia e un’alta percentuale di esse è senza passione, senza vita o anima. Questo perché i loro autori non hanno mai incontrato difficoltà e perché hanno vissuto circondati da comfort. I lavori di questi autori erano freddi, come blocchi di ghiaccio.
Ho letto libri pieni di sermoni che non hanno drizzato nemmeno pelo del corpo degli uditori. L’oratore non stava parlando con i sentimenti, nè con dolore e sofferenza.
“Essi dissero con le loro bocche, ciò che non era nei loro cuori” [Corano 3: 167]
parla sempre col cuore, qualsiasi cosa ti dica
Se desideri colpire e influenzare gli altri, che sia con le tue parole, con la tua poesia o con le tue azioni, devi prima sentire la passione dentro di te. Dovresti essere mosso tu stesso dal significato di ciò che stai provando a trasmettere. Poi, e solo allora, potrai realizzare che hai un’influenza sugli altri.
“Ma quando Lui manda giù l’acqua (pioggia) sul terreno, esso è riportato in vita, si gonfia e produce ogni tipo di adorabile raccolto” [Corano 22: 5]